Il leggendario produttore cinematografico Jeremy Thomas e l’acclamato regista Mark Cousins, partono in auto da Londra per raggiungere il Festival di Cannes. Nei cinque giorni di viaggio, Thomas parla a ruota libera del suo rapporto con le star del cinema e delle sue scelte produttive spesso coraggiose: i nove oscar vinti da L’ultimo imperatore; Crash di David Cronenberg, che fece scandalo a Cannes; il controverso thriller psicologico Il lenzuolo viola. Ad arricchire il ritratto di Thomas contribuiscono le testimonianze delle attrici Tilda Swinton e Debra Winger. The Storms of Jeremy Thomas è una lezione su come si fa il cinema, ricca di aneddoti e approfondimenti sulla creatività.
Mark Cousins sviscera il cinema mondiale dal 2010 al 2021, e partendo da opere chiave di questi anni esplora l’evoluzione del linguaggio cinematografico, il ruolo della tecnologia nel cinema contemporaneo e la rivoluzione industriale e culturale che sta vivendo il cinema. Da Parasite a Black Panther, Cousins setaccia film, registi e comunità sottorappresentate nelle storie cinematografiche tradizionali, con particolare attenzione alle opere asiatiche e mediorientali, ma anche i generi nella loro continua evoluzione. E mentre la pandemia si allontana, Cousins riflette su ciò che ci aspetta nell'era dello streaming: come siamo cambiati come cinefili, e come il cinema continuerà a trasformarsi nel secolo digitale, con gioia e meraviglia collettiva.
Nell’attesa di un’operazione agli occhi, Mark Cousins indaga il ruolo che l’esperienza della visione gioca nella vita individuale e comunitaria. Partendo dall’esperienza personale, Cousins ci guida attraverso il patrimonio del mondo visibile, un caleidoscopio di immagini straordinarie che attraversano epoche e culture. In un’era in cui siamo letteralmente assaliti dalle immagini, ci rivela come l’atto del guardare sia al centro dell’esperienza umana e contribuisca a formare la nostra identità. Condivide il piacere e la difficoltà di vedere con gli occhi bene aperti il mondo, con la sua complessità e le sue contraddizioni. E mentre la pandemia di Covid-19 provoca un ulteriore cambio di prospettiva, genera nuovi interrogativi sul senso futuro dell’esperienza visiva.