Un giovane uomo conosce una giovane donna, si innamorano, costruiscono una casa e fanno dei figli: così inizia il mito della storia d’amore dei nonni del regista. Settant’anni dopo, il nipote decide di rendere omaggio al suo defunto nonno tramite un film documentario rievocandone la memoria insieme ai membri di tre generazioni della sua famiglia. Ma tutto si rivela molto più difficile del previsto, specialmente perché il passato nasconde delle verità molto diverse dai racconti della tradizione di famiglia.
Il 7 marzo 2005 il borgo di Cavallerizzo, paese cosentino a minoranza linguistica albanese, ha subito un’enorme frana che ha colpito parte dell’abitato. Fortunatamente non c’è stato nessun ferito, ma tutti i residenti sono stati evacuati e trasferiti nella new town a tre chilometri di distanza dal vecchio paese. Solamente due abitanti vivono al vecchio Cavallerizzo: Liliana e suo figlio Raffaele. Per anni hanno ignorato l'ordine di evacuazione occupando la propria casa, vivendo soli contro le opinioni degli ex vicini. La frana ha generato una profonda ferita tra gli abitanti. Il film esplora le conseguenze dell’evento su una comunità fratturata e i tentativi di portare avanti la lotta per mantenere vive le tradizioni albanesi.
Due tartarughe marine Caretta Caretta, ritrovate spiaggiate nel litorale laziale, sono trasportate d’urgenza nell’ospedale delle tartarughe marine di Portici. Sono due degli oltre 150.000 esemplari che ogni anno restano intrappolati nelle reti da pesca nel mar Mediterraneo, circa 40.000 dei quali muoiono. Mentre le due tartarughe vengono curate, Luca raccoglie sabbia nel golfo di Napoli e cerca di pulirla dalla terra lasciata da una gara di motocross. La sabbia è la materia con cui realizza i suoi quadri. Una pagaia entra nelle acque cristalline del fiume Sarno: è Aniello che spinge il suo kayak verso i primi scarichi abusivi. Franco contempla il mare e raccoglie due petali di plastica trovati in spiaggia.
Ferrania è un enorme stabilimento, una società, un marchio, un territorio. Un’intera vallata coinvolta nella chimica del fotosensibile, generazioni di uomini e donne che, al buio, hanno creato rullini fotografici, pellicole cinematografiche, radiografie, lastre per la stampa. Ma Ferrania oggi è un territorio desolato, in cui vivono numerosi ex lavoratori in cerca di una nuova direzione, storie che si incrociano e si arricchiscono di senso grazie ad archivi, spesso inediti e sorprendenti: i film del grande cinema italiano, i Super8 di famiglia e le prove tecniche realizzate in azienda. L’essenza stessa di Ferrania è la pellicola, materia di cui sono fatti i sogni.
Giovanni è un uomo sui quaranta, che vive insieme alla sua cara nonna di centodue anni. Dopo un passato burrascoso, è alla costante ricerca di redenzione. Si è ritagliato uno spazio nel mondo, vive in mezzo alla natura con i suoi amici animali, che come lui sono sopravvissuti a situazioni molto difficili. Nonostante i mostri del passato non lo lascino in pace, la natura lo aiuta a essere felice e a ritrovare se stesso. La sua missione è salvare gli animali, ma nell'intento di sottrarre alla morte Rosi, una vitellina destinata al macello, Giovanni inciampa nel suo passato da cocainomane, rischiando di perdere tutto ciò che ha costruito con tanta fatica.
Game of the Year è l’opera seconda di Redaelli, che con Funeralopolis ha ritratto il mondo dell’underground milanese. Sotto la lente di questo nuovo lavoro si snoda un mondo altrettanto complesso, che coinvolge sviluppatori, giocatori professionisti, content creators: è il mondo dei videogame in Italia. Redaelli ci porta a contatto con le aspirazioni, le sfide e le pressioni dell'industria dell’intrattenimento. Game of the Year svela gli aspetti della la vita dei giovanissimi enfant prodige così come quella degli autori o dei giocatori più scafati che decidono di dedicare la vita a questa forma d’arte. Tra l’aspirazione al successo e le possibili rovine individuali questo documentario d’osservazione diventa un vero e proprio ritratto generazionale.
Novembre 1942. L'esercito italiano occupa diversi dipartimenti nel Sudest della Francia. Nelle Alpi, migliaia di ebrei si rifugiano in queste zone italiane. Si crea un'oasi di pace, al sicuro dai nazisti e da Vichy... fino all'8 settembre 1943. Di fronte all'arrivo dei tedeschi, i soldati italiani fuggono con gli ebrei attraverso le montagne, un esodo pieno di insidie. Grazie a lettere, a memorie e a straordinarie fotografie private, questo documentario ripercorre questi eventi attraverso la storia d'amore tra Rima Dridso Levin, un'ebrea russa, e Federico Strobino, un ufficiale italiano.
Lombardia, Marzo 2020. Una videocamera accede, in via eccezionale, ai reparti dell’ospedale pubblico di una delle città che sta drammaticamente soffrendo il primo picco pandemico del Covid-19. È un delicato esercizio di osservazione, che coglie con rispetto l'instaurarsi di nuove relazioni tra pazienti e personale sanitario, rese necessarie dalla pandemia e che mostrano un estremo bisogno comune, il calore umano. Anche se a volte è doloroso, il film entra in empatia con le paure dei malati e con l'ascolto professionale ma accorato di medici e infermieri, rimanendo in una dimensione intima, lontana dal voyeurismo, dall'apologia dell'eroismo e da un’angosciosa rappresentazione mediatica.
Cosa accade intimamente a chi è sopravvissuto alla terribile esperienza del braccio della morte? Curtis McCarty è stato condannato a morte nel 1985 per un crimine che non aveva commesso. Ha trascorso ventidue anni in prigione, diciannove dei quali nel braccio della morte, sepolto vivo in una stanza senza finestre nel Penitenziario di Stato dell'Oklahoma. Nel 2007 è stato scagionato e liberato. Uscito di prigione con un grave disturbo da stress post-traumatico, senza alcun aiuto o sostegno la sua vita è crollata ed è diventato homeless e tossicodipendente. Nel 2018 Curtis è stato condannato a dieci anni di carcere per possesso di droga a uso personale. Dopo due anni è stato rilasciato in libertà vigilata. Da quel momento si sono perse le sue tracce.
Nel mondo milioni di specie sono in via di estinzione. Una perdita drammatica, in prospettiva, per la biodiversità e per il genere umano. Ma c’è un’oscura professione che si cura di ricordarci cosa stiamo per perdere: Maurizio, Robert e Christophe sono tre tassidermisti, impagliano animali. La loro missione? Ammonire il genere umano e la sua lotta contro la natura. Non si sono mai incontrati ma condividono l’idea che conservare gli animali possa aiutare a colmare il gap tra società e natura. Mentre i tre si preparano per il Campionato Europeo di Tassidermia, un’altra voce risorge dal mondo dei morti per dare agli umani un ultimo avvertimento.