“Il mio vestito era talmente lungo, che io vi camminavo continuamente sopra, e automaticamente sorreggevo la veste con entrambe le mani tenendo le braccia sollevate in aria, e in questo modo continuavo a volteggiare attorno alla scena come uno spirito alato. Qualcuno, dalla sala, lanciò un grido: una farfalla, una farfalla! Io cominciai a girare su me stessa correndo da un capo all'altro della scena, e un secondo grido si levò dalla platea: un'orchidea.”
Sogni tra le pieghe di Loïe Fuller e vortici di fantasia.